Un (ex)ricercatore alla scoperta di una sentenza - con mappe in appendice

Date: 26 Jun 2019 - Sezione: legge/

Questo saggio, basato su scritti precedenti posti su Internet, per lo più nel sito https://terremotiegrandirischi.com/, è stato preparato nel corso dell’estate 2014, prima della sentenza di appello del Processo Grandi Rischi (10/11/2014), ed è (a parte l’Appendice, che aggiungo solo ora) il Capo XV di un libro sul processo dell’Aquila che andò in stampa poco dopo la pubblicazione delle motivazioni di questa sentenza che, come è noto, capovolse la situazione. Il libro è intitolato “Terremoti, comunicazione, diritto - Riflessioni sul processo alla “Commissione Grandi Rischi”, a cura di Alessandro Amato, Andrea Cerase, Fabrizio Galadini, FrancoAngeli editore, anno 2015. Questo saggio va quindi considerato esclusivamente come un risultato/commento della sentenza di primo grado, e quando vi si parlerà di sentenza, di motivazione e di giudice si dovrà sempre intendere «sentenza/motivazione/giudice di primo grado». Pochi e brevi accenni saranno fatti alla sentenza della Corte di Appello, di cui questo saggio non vuol essere in alcun modo un commento (per questa parte del processo si possono leggere gli altri miei saggi presenti su questo sito). La principale aggiunta sono, in Appendice, le mappe di pericolosità sismica in Europa e in Italia, che sono lasciate alla considerazione e alla coscienza del lettore. Due punti devono essere chiari: (i) la mappa italiana (IIa) è una disposizione di legge, e chi non vi si adegua commette un reato. (ii) La scala di colori della mappa IIa offre una immediata lettura: quanto più il colore assegnato a una zona si avvicina al violetto, tanto più il territorio corrispondente è a rischio. Chi si trova in una zona di tale colore non deve mai abbassare la guardia. Il rischio sismico non aumenta e non diminuisce nel tempo (se non su scale geologiche). Non c’è allarme verde, allarme giallo, o allarme rosso, in una zona ad alta pericolosità sismica. L’allarme è sempre rosso, e bisogna essere sempre pronti. Al limite, a un terremoto di grande magnitudo, può seguire il giorno dopo un terremoto di magnitudo ancora maggiore.


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