12 Novembre

Sezione: non-accadde/

Sardonicus Dixit:”A volte un cattivo candidato è come l’amore: più ci sono ostacoli e controindicazioni e più si rafforza.” Garantisco che questo aforisma fu scritto diversi mesi fa.


12 novembre
763 (o 764?). I Tibetani invadono la capitale cinese Chang-an (l’attuale Xi-an) , sotto la dinastia Tang (618-907) e ci restano un paio di settimane mettendola a sacco e violando alcune tombe imperiali.

	I fiori vicino all'alta torre feriscono il cuore del viandante...  
		* Hua jin gao lou shang ke xin... *  

Così incomincia una poesia di otto versi (i Cinesi non amavano le lungaggini) del poeta Dufu, che malinconicamente ricorda l’evento. La lirica cinese è un’escursione intellettuale di ingannevole facilità. Poesie apparentemente semplicissime - specialmente in questo autore, forse il più complesso dei grandi poeti cinesi - nascondono una tecnica consumata, allusioni storiche ed un simbolismo complicato. In questa breve poesia, sono ricordati obliquamente diversi personaggi storici, quali Liu Bei, il patetico Ultimo Regnante e quello che forse è il più notevole personaggio del periodo dei Tre Regni, Zhuge Liang.
Aggiungo che la lirica cinese, pur cantando un numero relativamente ristretto di temi in brevi poesie, è veramente un mare magnum. L’antologia ufficiale della poesia Tang (epoca in cui la lirica cinese avrebbe raggiunto il suo vertice) fu composta durante la dinastia Qing. Consta di dodici volumi, contenenti 48900 poesie di 2200 poeti. Salute! Per parte mia, consiglierei di incominciare con l’antologia di “Trecento poesie Tang”, di Sun Zhu, facilmente reperibile in Rete, e privilegiare in un primo tempo i tre massimi, Li Bai, Bai Juyi, Dufu. Poi vedere fin dove si arriva.
(“Tang shi san bai shou”, antologia edita nel 1763, 300 per lo più brevi poesie, di 77 poeti).


973, mercoledì. “Quando il vecchio morì, il suo cuore [di Edvige] non si spezzò”. Il 12 novembre (o forse l’11) morì il vecchio Burkhard duca di Svevia, sposo della giovane Edvige di Baviera. Con questo evento incomincia quello che resta oggi uno tra i migliori romanzi storici sul Medioevo, “Ecchehardo. Storia del X secolo” di Joseph Viktor von Scheffel. L’amore (inventato, o almeno estrapolato) di Edvige per il monaco Ekkehard (II) di San Gallo, viene raccontato sullo sfondo di un mosaico di storie tratte dagli antichi annali del monastero, e diviene un romanzo, quasi un poema in prosa, difficilmente eguagliabile. Va solo avvertito che l’autore, da buon protestante, ha scarsa sensibilità per la vita monacale. Si ha l’impressione che tutti i suoi monaci e monache preferirebbero fare qualcos’altro. Da leggere comunque.
(“Ekkehard – Eine Geschichte aus dem zehnten Jahrhundert”, 1887, 629 pagine).
La fonte principale del romanzo non è senza interesse, per chi voglia tuffarsi nel Medio Evo. Si tratta della Cronaca del monastero di San Gallo, precisamente la parte scritta da Ekkehardus IV (bisogna dire che con almeno cinque Ekkehardi monaci a San Gallo c’è da fare confusione, e lo Scheffel ne approfitta pure). Non so se esista una traduzione in italiano dell’originale latino. (“Ekkehardi IV - Casus Sancti Galli”, nel volume II della collezione Monumenta Germaniae Historica, p.74-147, reperibile in Rete).