20 Dicembre

Sezione: non-accadde/

“Fare quello che si vuole è più facile che capire perché lo si vuole”. (DE, adattato da Schopenhauer e molti altri)


20 dicembre.

1914, domenica. Data della lettera dettata dal tenente Lukáš al buon soldato Švejk, con cui viene rifiutato un dono di quattrocento corone. Dalla Sezione V del Capitolo “Švejk attendente del tenente Lukáš” della parte I (“Nelle retrovie”) de “Il buon soldato Švejk”, notevole “romanzo” di Jaroslav Hašek, in cui sono raccontate le vicende di un soldato esemplare (a modo suo) nel corso della prima guerra mondiale. Come si fa a non interessarsi immediatamente ad un libro ed al suo protagonista, di cui sappiamo fin dalla prima pagina che, “abbandonato l’anno prima il servizio militare dopo che la commissione medica militare lo aveva definitivamente dichiarato idiota, si guadagnava da vivere vendendo cani, abominevoli bestiacce di cui falsificava i pedigree”?
L’escursionista che intraprenderà questa escursione non rimarrà deluso. La storia di Švejk è un nuovo tipo di romanzo picaresco e satira anti-militarista, il cui protagonista è un ingenuo ottimista pieno di buona volontà, ma anche un innocuo matto da legare, che, nel suo lungo viaggio che inizia in un manicomio militare (da cui viene dimesso con l’originale qualifica di “simulatore debole di mente”) e dovrebbe condurlo al fronte, riesce a passare attraverso tutte le più imbarazzanti e terribili situazioni grazie alla sua buona stella. Intorno a lui vanno in sfacelo l’esercito e l’impero austro-ungarico, mentre una galleria di personaggi che hanno a che fare con lui, specialmente i persecutori occasionali, sono condotti vicino alla follia dai suoi dialoghi surreali e sincerissimi nonché dalle sue iniziative benintenzionate. Per buona sorte di Švejk, e nostra sfortuna, l’autore morì nel 1923, prima che Švejk raggiungesse il fronte.
(“Osudy dobrého vojáka Švejka za světové války”, 1921-1923, dovevano essere sei volumi, ne furono scritti quattro, spesso contratti in uno solo di 850 pagine circa – di puro diletto).