28 Gennaio

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit:”Di battito in dibattito si spegne il cuore del Paese.”


28 gennaio
1547, venerdì. Muore Enrico VIII d’Inghilterra e nell’aldilà ha subito luogo, presumo, il dialogo di Enrico VII e Enrico VIII, sessantunesimo dei “Dialoghi dei morti” di François Fénelon. Di Enrico VIII Fénelon critica l’indole sanguinaria, l’immoralità ed infine l’odio a parer suo ingiustificato contro la Chiesa di Roma. I dialoghi sono settantadue, ispirati a Luciano. I primi quarantanove si riferiscono all’antichità classica e gli ultimi ventitré all’era moderna. La lingua è purissima, non ci sono lungaggini, e quasi tutti i dialoghi possono essere letti isolatamente. A leggerli sorge la curiosità di conoscere meglio i vari personaggi. Insomma, un buon libro. Doveva insegnare a Luigi di Borgogna, nipote di Luigi XIV, a ben governare (una velata allusione a tale compito è nel primo dialogo, tra Mercurio e Caronte). Il Duca, sotto l’influsso di Fénelon e degli altri precettori, derisoriamente chiamati “i devoti” dai loro nemici, aveva migliorato il suo carattere inizialmente arrogante e faceva sperare in un regno felice. Ma per lui era già stato fissato un altro appuntamento per il 18 febbraio 1712 (morbillo o veleno?), e la storia di Francia (Reggenza e Luigi XV e tutto quel che ne derivò) seguì una strada diversa.
(“Dialogues des morts: composés pour l’education du duc de Bourgogne, 1700”, 1712, settantadue dialoghi, ciascuno dei quali è relativamente breve).