1 Marzo

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “Il momento di maggior paura è quando stiamo per realizzare una nostra idea.”


1 marzo

1162, giovedì “calendimarzo”. Data menzionata da Alberto di Giussano ne “Il Parlamento”, dalla canzone di Legnano, di Giosue Carducci. I Milanesi offrono al Barbarossa le chiavi della città. Vedi 29 maggio.


1580, martedì. Giorno in cui Michel de Montaigne conclude l’introduzione ai suoi “Saggi”, libro di saggezza, voluminoso, disordinato, farraginoso, zeppo di aneddoti storici e contemporanei, di riflessioni, di ricordi, di tutto. Per chi vuol leggere proprio tutto. Nello stesso anno 1580 Montaigne fece stampare i primi due volumi dei suoi saggi. Il motto latino da lui scelto come intestazione fu “Novit se ipsum”, “Conobbe se stesso”. Era la risposta al monito antichissimo della filosofia greca, “Conosci te stesso”. In effetti il libro fu letto riletto citato e saccheggiato da tutti coloro che volevano conoscere se stessi e - soprattutto - gli altri. Sfortunatamente il libro, in lingua originale, che è un francese ormai in gran parte desueto, zeppo di citazioni in latino , greco e italiano (ma guarda!) non tradotte, è di difficile lettura. In più, un bello spirito disse “Era l’autore che meno di tutti sapeva quello che avrebbe scritto, e più di tutti sapeva quello che scriveva”. Un entusiasta scrisse invece: “L’opera più utile, più ricca e più preziosa per la conoscenza del cuore umano”. Ora, i “Saggi” si seguono senz’ordine, per lo più senza connessione logica, e ciascuno è una disordinata catena di massime brillanti, citazioni e aneddoti interessanti poco legati e sovente in contrasto l’un coll’altro. Ma non era colpa di Montaigne: è il cuore umano, che è complicato.
(“Les Essays”, pubblicati a varie riprese, 2.5 Mbytes). Per un esempio, vedi 19 dicembre.


17…, data della lettera del cavaliere Trelawney al dottor Livesey in cui gli comunica di aver comprato la nave Hispaniola e di averne arruolato l’equipaggio, non senza aver detto in giro urbi et orbi che partirà in cerca di un tesoro. Bell’idea. La loquacità di Trelawney sarà alla radice di tutti i guai della spedizione, avventura splendidamente raccontata ne “L’isola del tesoro”, di Robert. L. Stevenson.
(“Treasure Island”, 1883, 403 Kbytes).


Data in cui, nell’Ottocento, si usava pagare l’affitto annuo a New York. Lo apprendiamo, per esempio, dal libro “Il fattorino”, di Horatio Alger. L’avvicinarsi del primo marzo era quindi oggetto di angoscia da parte di chi era in difficoltà finanziarie.
Horatio Alger fece una montagna di soldi scrivendo un numero sterminato di “romanzi da dieci centesimi – dime novels”, libretti quasi identici l’uno all’altro, in cui regolarmente un ragazzino cencioso di quattordici - quindici anni, con un po’ di onestà, bei modi, molta fortuna, realizzava, caso in realtà non raro, il suo “sogno americano”: libri senza troppe pretese, stile rapido, una specie di Salgari delle strade di New York. Vale la pena dedicare una sera a leggerne uno, per esempio “Il fattorino” o “Dick lo straccione”, e vedere come la vita del ragazzo di strada vi fosse romanticamente raffigurata. La realtà era diversa. Una cosa però è certa, il sentimento dell’amicizia esisteva e molti di questi ragazzi si aiutavano tra loro come potevano. In quanto all’autore, ebbe una vita tormentata. Requiescat in pace.
(“Ragged Dick; or, Street Life in New York with the Bootblacks”, 1868, 285 Kbytes).
(“The Errand Boy; or, How Phil Brent Won Success”, 1888, 349 Kbytes).
(Eccetera).

1948, lunedì. Data della pubblicazione dell’articolo “Le proprietà endocroniche della Tiotimolina risublimata”, di Isaac Asimov. Si tratta di un composto la cui solubilità in acqua è talmente immediata che esso incomincia a sciogliersi 1.12 secondi prima di toccare l’acqua. Ciò è dovuto al fatto che in uno degli atomi di carbonio due orbitali (che sono un po’ come le braccine che legano l’atomo di carbonio ad altri atomi) si estendono nel presente, uno nel futuro ed uno nel passato.
Le applicazioni di questo eccezionale composto sono esplorate in articoli successivi.
(“The Endochronic Properties of Re-sublimated Thiotimoline”, 1948, 2262 parole, 7 pagine)