3 Marzo

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “A volte cerchiamo di risolvere i problemi altrui pur di dimenticare i nostri.”


3 marzo 1768, giovedì, morte di Nicola Porpora nell’abbandono a Napoli. Il genio sfortunato “del più grande maestro di canto del XVIII secolo”, le sue amarezze e la sua morte (capo VI) sono ricordate passim in “Consuelo”, lungo romanzo di George Sand (Aurore Dupin). Consuelo, allieva del Porpora, è una zingarella dalla bellissima voce e dalla vita piena di peripezie. Le avventure di Consuelo continuano ad esaurimento, dei personaggi e del lettore, in “La Contessa di Rudolstadt”.
(“Consuelo”, 1842, generalmente in tre volumi, 2.03 Mbytes).
(“La Comtesse de Rudolstadt”,1843, 1.26 Mbytes).


Data progettata per il matrimonio del notaio Alfred L’Ambert, protagonista del breve romanzo « Il naso di un notaio » di Edmond About. Questo matrimonio s’ha o non s’ha da fare? Tutto dipende da un rozzo nativo dell’Alvernia che si era prestato ad un innesto innovativo.
Divertente e lieve romanzo, capolavoro dell’umorismo francese, con vivaci notazioni di costume su Parigi a metà Ottocento. Vale la pena.
(« Le nez d’un notaire », 1862, cinque capitoli brevi, stanno in 260 pagine di 90 parole l’una).
La professione del nativo dell’Alvernia è quella di “portatore d’acqua”. Il lettore onnivoro, ma buongustaio, avrà incontrato un suo simile, nella patria e nella professione, il giorno 8 febbraio.


1886, mercoledì. In Madrid fu approvato il progetto di prolungamento della Calle de los Preciados, architetto Carlos Velasco. Questo prolungamento, con i necessari sventramenti, era l’inizio dell’apertura di una grande arteria di comunicazione attraverso il vecchio centro madrileno, la “Gran Via”, di cui si parlava già da una trentina d’anni. I begli spiriti non parlavano d’altro che di questo progetto, che cambiava i connotati del centro della città, e ci trovarono subito a ridire. Le discussioni furono allegramente interpretate dal librettista Felipe Pérez y González, su musica di Federico Chueca, con una fortunata “revista”, non proprio una “zarzuela” (la quale ultima era all’incirca un’operetta), che ebbe nome “La Gran Via” e comparve subito, il 2 luglio dello stesso anno. Nella Belle Époque furono infiniti i riferimenti, diretti ed indiretti, a questo lavoretto, che si diffuse in tutta Europa, grazie alla sua prorompente allegria ed ai suoi motivetti facili e sovente maliziosi. Alcune arie sono ancora ricordate oggi. I veri personaggi dell’operetta, a parte tipi universali quali la servetta, i borsaioli, i marinaretti, sono proprio le strade del centro di Madrid, che cantano all’inizio la “Polka de las calles”, costernate alla notizia che la nuova Gran Via le avrebbe umiliate tutte, che pure avevano ciascuna la sua funzione, più o meno rispettabile.
(“La Gran Via”, 1886, l’operetta in CD dura circa un’ora).


1908, martedì grasso. Probabile data della serata in cui fiorisce l’infatuazione di Hans Castorp per Mme Chauchat ne “La montagna incantata”, di Thomas Mann. Magari la data è mal ricostruita, ma se non è una montagna questa….
Un romanzo sostanzioso che si deve leggere una volta e si può leggere molte volte.
(“Der Zauberberg”, 1924, circa 900 pagine).
Il calcolo della data è basato sulle ipotesi che la serata sia il martedì grasso, e che Castorp arrivi a Davos nell’estate del 1907. Di date non ce ne possono essere molte, negli autori come Mann e Proust, proprio perché essi riflettono sulla filosofia del tempo. In effetti, da “Morte a Venezia”, romanzo di cui, a detta di Mann stesso, la Montagna Incantata doveva essere una sorta di “parodia”, non si può estrarre una sola data neppure con le tenaglie. Ma uno non legge libri per trovare date, a meno di essere un po’ strambo, e tutto quel che è giusto cercare, tanto in “Morte a Venezia” quanto sulla “Montagna incantata”, lo si trova.
(“Der Tod in Venedig”, 1912, 189 Kbytes).