15 Giugno

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit: “Si prova tutti un rimpianto, anche per qualcosa che fortunatamente non accadde.”


15 giugno
399 aC. Secondo Edward Greswell (“Origines kalendariae Hellenicae”) , questa sarebbe la data della morte di Socrate, narrata nel “Fedone”, dialogo in cui si tratta l’unico soggetto intelligente che può interessare un uomo coraggioso che sta per morire, cioè l’immortalità dell’anima. Suggerisco di incominciare da questo dialogo se si vuol conoscere Platone. Il lettore incontrerà, oltre a Socrate ed altri personaggi più o meno noti, anche i due suoi allievi tebani, i mitici Cebete e Simmia, saccenti e inopportuni. Quando il lettore li incontrerà per la prima volta, pensi che lo stanno attendendo da 2400 anni.
(“Phaidon”, IV sec. aC, circa 200 Kbytes).

1310, lunedì. Congiura di Bajamonte Tiepolo, che fornì il soggetto alla prima tragedia romantica del teatro spagnolo, “La congiura di Venezia, anno 1310”, di Francisco Martinez de la Rosa. Dopo la soppressione della Repubblica, in omaggio a vari interessi storici, politici, demagogici e letterari, molti autori si sentirono in dovere di mettere sul banco degli accusati la Repubblica di Venezia, che in realtà era stato un esempio di buon governo, compatibilmente coi tempi, per mille anni. La tragedia di Martinez de la Rosa, che lui chiama “dramma storico”, non fa eccezione e usa tutti gli ingredienti leciti ed illeciti per raggiungere lo scopo. La fonte dell’autore è il fazioso Daru (“Histoire de la république de Venise”), ma non gli basta, e ci aggiunge qualcosa di suo: ad esempio, il V atto si svolge nel tribunale del sinistro Consiglio dei Dieci (“El teatro representa la sala de audiencia del Tribunal de los Diez, de aspecto opaco y lúgubre – la scena rappresenta la sala di udienza del Tribunale dei Dieci, di aspetto oscuro e lugubre”), che però fu istituito proprio in seguito alla congiura, circa un mese dopo, e divenne permanente solo il 25 luglio 1335. Martinez de la Rosa fece seguire al dramma una dissertazione teorica sul dramma storico. Sia come si vuole, le necessità dell’azione, l’obiettivo di commuovere gli animi etc., non possono ottenersi a prezzo di dimenticare la giustizia dovuta ad uomini ed istituzioni. Il lettore che cerca la verità può trovare tutta l’informazione che desidera sul Consiglio dei X, nel Capo III, Tomo VIII, e altrove nella grande opera, la Storia Documentata di Venezia, di Samuele Romanin (vedi 12 agosto). Curiosamente, il Romanin , per quello che può essere interpretato come un errore di stampa, sembra indicare il 14 giugno come data della congiura.
(“La conjuración de Venecia, año de 1310”, 1834, cinque atti, circa 200 pagine).
La vecchietta Luigia (o Lucia o Giustina) Rossi, di proposito o per inavvertenza, fece cadere un pestello dalla sua finestra sulla testa dell’alfiere dei congiurati accoppandolo e contribuendo al fiasco della congiura. I Veneziani conoscono bene “la vecia del mortèr – la vecchia del pestello”, che solo pochi oggi vedono, anche se è sempre affacciata alla sua finestra. Il fatto è che sono ormai pochi quelli che guardano in alto.

1815, giovedì, ballo a Bruxelles (presso una duchessa non menzionata) in “Fiera di Vanità” di William Thackeray. George Osborne, già stanco dell’insipida Amelia Sidley, sua moglie dal 25 aprile, flirta con Becky Sharp, carattere di ferro, e vera (anti-) eroina del romanzo (vedi 16 giugno). Storicamente un importante ballo ci fu, ed ebbe luogo presso la Duchessa di Richmond. Uno degli ospiti sarebbe stato il Duca di Wellington. Nel corso della serata giunse la notizia che Napoleone si stava muovendo verso Bruxelles. Il ballo è il soggetto della poesia di George Gordon Byron, la Vigilia di Waterloo.
(“The Eve of Waterloo”, da « Childe Harold » - 1816-1818, 45 versi).

1886, martedì, alle quattro del pomeriggio, incomincia la “Saga dei Forsyte”. L’autore (John Galsworthy) è invitato al fidanzamento di Miss June Forsyte con Mr. Philip Bosinney. Presentazione della famiglia: dal numero e dai caratteri delle persone che appaiono si deduce subito che leggere il romanzo non sarà uno scherzo. Così inizia un laborioso e straripante studio di una microsocietà nella società.
(“The Forsyte Saga”, 1906-1921, in cinque parti, 1.76 Mbytes).

Compleanno di Nanda Brookenham, che incontriamo per la prima volta meno che diciannovenne. È la protagonista de “L’età ingrata”, dello scrittore anglo-americano Henry James. Doveva essere, al dire dello stesso autore nella sua assai poco invitante introduzione, una cosetta leggera su una ragazza che entra nella maggior età. La cosetta si sviluppò in una “sorta di mostro”, un romanzo di media lunghezza sulla società inglese di fine Ottocento, dipinta nell’insieme con poca tenerezza, come profondamente diversa dalle società Francese ed Americana del tempo, in cui, secondo James, il compromesso non era possibile. Già, come eravamo allora noi in Italia?
(“The Awkward Age”, 1898-99, 777 Kb).