26 Luglio

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit:”Maturità, età in cui si dovrebbe accettare l’inevitabilità degli errori.”


26 luglio
488 aC (forse), il giorno dopo il primo plenilunio dopo il solstizio d’estate. Asopico di Orcomeno vinse la corsa dei ragazzi ai giochi Olimpici di quell’anno. Qualche immagine di Pindaro possiamo forse ancora capirla, come quella contenuta nei pochi versi che concludono all’improvviso la breve Olimpica XIV dicendoci qualcosa che non sapevamo del ragazzo. Sono solo 24 versi in tutto, si può tentare.

1757, martedì. Battaglia di Hastenbeck, in cui muore il Marquis de Lanoy, il cui spettro viene evocato dal “Siciliano” nel frammento di romanzo di ambiente veneziano “Il visionario”, di Friedrich Schiller.
Consiglio vivamente di pensarci due volte prima di leggere questo romanzo. Da un lato ha un interesse documentario, perché si tratta dell’unico tentativo di romanzo da parte di Schiller, e “à tout seigneur, tout honneur”. Dall’altro il romanzo, che inizia come un racconto, diventa una sorta di romanzo epistolare ed infine si arresta nel bel mezzo dell’azione lasciandoci a bocca asciutta. Vi si seguono i casi di un principe tedesco protestante, che forze occulte vogliono ridurre in loro potere anzitutto convincendolo dei loro (falsi) poteri magici. Il Siciliano che compare nel libro è evidentemente Cagliostro. Il secondo tema è l’evoluzione del pensiero del principe da leggermente bigotto ad ateo illuminato. Nel frammento c’è di tutto: il tenebroso governo veneziano, mene cardinalizie, occultismo (smascherato come ciarlataneria), un po’ di considerazioni filosofiche, frammenti di opere successive.
(“Der Geisterseher. Aus den Papieren/Memoires des Grafen von O**”, 1789, 242 pagine).
Hanns Heinz Ewers, autore discusso e del tutto indigesto, completò il romanzo nel 1921 e si sentì in dovere di scrivere una lunga “postfazione” per giustificare l’ardito tentativo. Anche se Ewers non mi piace, perché mi sembra rappresentare “il Tedesco” nei suoi aspetti più deteriori ad occhi italiani, lo capisco: il romanzo lascia insoddisfatti e se l’autore proprio non ci vuol dire come va a finire è forte la tentazione di dircelo noi da soli.

1864, martedì. Inizio de “I figli del Capitano Grant” di Jules Verne. Vedi 8 marzo.