30 Ottobre 2017

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit:”Sappiate fare di virtù necessità”.
Domani, 31 ottobre, pubblicherò l’ultimo epigramma, diciamo così, “programmato” di Sardonicus (il primo risale al 1 novembre 2017). Ce ne saranno indubbiamente altri. Quello di domani, però, sarà, in certo modo, la sua firma.

1468, domenica. Battaglia di Liegi, in cui il duca Carlo il Temerario di Borgogna ed il re Luigi XI di Francia furono più o meno alleati. Questa guerra, con l’Impero come terzo incomodo, è l’evento principale del non breve romanzo (semi)storico “Quentin Durward”, di Walter Scott, su di uno scozzese al seguito di Luigi XI. L’autore si prende le solite libertà deformando i fatti storici. La storia scritta da Philippe de Commynes è secondo me più interessante del romanzo.
“Anna di Geierstein” (vedi 1 e 5 gennaio) tratta lo stesso periodo, ma Walter Scott non permise ad Anna e Quentin di incontrarsi. D’altra parte c’era già il giovane Arthur de Vere a prendersi cura di Anna.
(“Quentin Durward”, 1823, 37 lunghi capitoli, 1.06Mb).

18** “…qualche giorno fa, precisamente il 30 ottobre a mezzogiorno in punto, un venditore di barometri entrò nella mia stanza. Voleva vendermi una delle sue mercanzie.” Episodio con cui si apre la lettera di Nataniele a Lotario, al principio del racconto “L’uomo della sabbia”, di E.T.A. Hoffmann. Da leggere per poi restare ammirati, non tanto per la trama, ormai ben nota, quanto per i concetti interessanti e le trovate fantastiche, che credo siano in gran parte originali. Bisogna ricordarsi che Hoffmann era della generazione precedente a quella di Poe, ma in pratica aveva già inventato tutto lui.
(“Der Sandmann”, 1817, circa trenta pagine).
Da questo drammatico racconto fu tratto un balletto, “Coppelia, o la ragazza dagli occhi di smalto”, con facile musica di Léo Delibes su libretto di Charles Nuitter e Arthur Saint-Léon. La musica è allegra e la storia ha un lieto fine.
(“Coppélia, ou la fille aux yeux d’émail”, 1870, tre atti).
— 1938, domenica. Era la sera prima di Halloween, quando il ventitreenne Orson Welles mise in onda la sua realistica versione radiofonica del libro “Guerra dei mondi” di Wells (vedi 2 agosto). Uno scherzo, ma molti Americani non lo capirono. Resta da chiedersi se, di fronte a simulazioni pianificate, non potremmo cascarci anche noi. O per caso non ci saremo già cascati?