5 Maggio

Sezione: non-accadde/

Sardonicus e DE dixerunt: “Se volete che il vostro amore sia una certezza matematica, parlatevi del più e del meno”.

5 maggio
Data in cui, ogni cinque anni, nel castello di Lindenberg soleva apparire lo spettro della “monaca sanguinante”, dal romanzo “Il monaco”, di Matthew Lewis. Ne segue un “gustoso” scambio di persone, se di persone possiamo parlare.
Il romanzo fu scritto quando l’autore aveva diciannove anni, e si vede. È il prototipo del romanzo “gotico”, con il suo armamentario di cripte, segrete, violenze, torture, delitti, incesto, spettri, esorcismi, rituali demoniaci, patti col diavolo firmati col sangue…. A questo armamentario di base si unisce qui l’odio contro la Spagna e la Chiesa Cattolica, per cui ampio spazio viene dato all’Inquisizione ed ai monasteri, ove frati e suore vivono in un’atmosfera quanto meno di ipocrisia e repressione violenta. Mancano i Gesuiti (forse perché da poco soppressi) ma in compenso compare brevemente anche l’ebreo errante, che era stato avvistato in vari Paesi con una certa frequenza a partire da un centinaio d’anni prima. Il libro ebbe un successo notevole in tutta Europa. Se il Lewis avesse voluto scrivere il suo libro oggi, ci avrebbe dovuto mettere anche i Templari, i Catari, gli Gnostici, Maria Maddalena, Gesù era sposato o no? etc. Anche il cattivo gusto si evolve, pur non migliorando. “Il monaco” è la storia di un patto col diavolo. Solo nella scena finale del romanzo sapremo se il diavolo manterrà la sua parola o no. Quello che gli scrittori del genere non sembravano afferrare era che se effettivamente il diavolo aveva tale presenza e tali poteri, allora trovavano piena giustificazione esorcismi, monasteri, Inquisizione e tutte le più viete tradizioni della Chiesa Cattolica.
(“The monk”, 1796, 840 kbytes)

1821, sabato. Morte di Napoleone a Sant’Elena e punto fermo nella storia. Quasi ogni poeta allora vivente in Europa dovette almeno provare a scrivere sul soggetto, ma quello che lasciò il segno fu Alessandro Manzoni, con il suo “Il cinque maggio”. Il linguaggio è difficile, le strofe sono contorte, ma il poeta riesce a dare un suo ragionato messaggio sul significato della storia, con frasi che sono rimaste nella nostra lingua.
(“Il cinque maggio”, 1821, 108 versi)