26 Agosto

Sezione: non-accadde/

Sardonicus dixit:”Anche il compito più piacevole diventa gravoso al suo avvicinarsi.”


26 agosto
1260, giovedì. Data in cui, secondo il Muratori, a San Zenone degli Ezzelini (Treviso) fu massacrato Alberico da Romano, feroce fratello del feroce Ezzelino, con la sua famiglia. Per questo evento si trovano anche le date del 24 e del 25 agosto: in almeno due delle tre date il fatto “non accadde”. Il massacro domina la conclusione della truculenta tragedia (in latino) “Ec(c)erinis”, di Albertino Mussato, pre-umanista. Dopo un impressionante inizio, i personaggi pian piano scompaiono e l’ultimo quarto della tragedia è costituito da un dialogo tra un messaggero e il coro, in cui il primo narra la fine dei due fratelli, dilungandosi su quella di Alberico. A quanto pare, l’autore con la sua tragedia voleva anche mettere in guardia i Padovani perché si difendessero dalle mire di Cangrande della Scala (che invece piaceva tanto a Dante). E’ comunque consigliabile provare a leggere quest’opera del Mussato, altro precursore italiano, perché fu il primo che osò scrivere una nuova, sia pure primitiva, tragedia in stile classico, dodici secoli e mezzo dopo il suo modello Seneca.
(“Ecerinis”, probabilmente scritta nel 1313 e rappresentata per la prima volta a Padova nel 1315, 629 versi).

1303, presa di Chittorgarh (o Chitor o Chitoor) da parte di Alauddin Khiliji. È il soggetto del poema indiano Padmavat, di Malik Muhammad Jayasi in lingua Awadhi, e dell’opera/balletto Padmavati di Albert Roussel, libretto di Louis Laloy. Il fatto di guerra è complicato dall’infatuazione di Alauddin per la regina Padmini ovvero Padmavati, di leggendaria bellezza. L’opera/balletto Padmavati è complicata dal fatto che non è un’opera e non è un balletto, o è tutt’e due, per cui non è facile da mettere in scena.
(« Padmavat », 1540, poema, 372 pagine in traduzione inglese).
(« Padmavati », opera/balletto scritta nel 1914-18, prima rappresentazione 1923, due atti; 100 minuti, il libretto è in 33 pagine).

1805, sabato, Santi Adriano e Natalia di Nicomedia. Onomastico di Natasha Rostova – che in questa occasione incontriamo tredicenne, per la prima volta - e di sua madre, omonima, nel libro “Guerra e Pace” di Lev Tolstoj. Accurata descrizione di una giornata della nobiltà russa: visite liete e tristi, fidanzati che si rincorrono, cena con ottanta convitati, ballo, conversazioni di politica; presentazione dei principali personaggi e squarcio di vita ancien régime descritta in una dozzina di capitoli. Uno dei grandi pranzi della letteratura. Vedi 5 dicembre.