23 Settembre 2017

Sezione: non-accadde/non-accade/

Sardonicus dixit:”Si può scrivere qualcosa di originale solo basandosi sulla propria ignoranza e su quella altrui.”

Orazio, Epistulae, 1.5, “Mitte leuis spes …; cras nato Caesare festus dat ueniam somnumque dies; - lascia perdere …: domani la festa per il genetliaco di Cesare [23 settembre] concede di dormire di più”. Non è l’epistola più nota, ma è simpatica, e poi nasconde una data. Poco oltre troviamo l’Epistola 1.7, che non ha data, ma è tra le più belle, con due o tre brillanti dialoghi, ed una forte affermazione del poeta di diritto alla propria libertà (“Quinque dies tibi pollicitus me rure futurum,..- Ti avevo promesso che sarei rimasto cinque giorni in campagna,…”). Che cosa resterà al posto di Orazio nella nostra società, quando finalmente saremo riusciti ad eradicare del tutto lo studio del latino?
(“Epistulae”, in due libri, venti epistole nel libro primo, del 20 aC, due nel libro secondo, del 14 aC. L’Arte Poetica, è anch’essa in forma di lettera (Epistula ad Pisones), e talvolta è inclusa nel libro secondo).
Dall’annata del vino offerto da Orazio si deduce che l’invito fu fatto intorno al 22 aC, pensando ad un vino a quei tempi considerato vecchio al punto giusto (quattro anni – quadrimum)


1800, martedì. In questo giorno storicamente avvenne “il losco affare” romanzato da Balzac, che però lo collocò a fine marzo 1806 (Capo XI). Il romanzo si distacca abbastanza dalla realtà, come annuncia Balzac stesso nell’introduzione “perché il vero non era probabile… ho reso… l’impossibile, vero”. Curiosa teoria. Il romanzo è comunque uno dei migliori di Balzac, e andrebbe letto almeno per scoprire che cosa sia questo “losco affare”. Forse occorre anche qualche documento in più. Vedi 13 ottobre.